
Abstract
Nonostante la disponibilità di eccellenti vaccini specifici per l’HPV, si prevede che le patologie correlate all’HPV e, in particolare, le patologie neoplastiche a esse correlate continueranno ad avere un impatto sulla salute umana per molti anni a venire. Polifenoli e flavonoidi rappresentano un’ampia classe di prodotti naturali, a cui viene attribuita un’ampia gamma di proprietà farmacologiche, tra cui l’attività antineoplastica. Tuttavia, i dati attualmente disponibili delineano un panorama piuttosto eterogeneo e talvolta contraddittorio, e non è possibile trarre conclusioni univoche. Per far luce su una questione così controversa, è stato valutato un elenco ristretto di polifenoli promettenti per la loro attività antineoplastica sulle cellule trasformate dall’HPV. Tra questi, Kaempferol, Galangin e Luteolin hanno dimostrato di possedere una distinta attività anticlonale con valori di ID
50 , rispettivamente, di 1,25, 6,25 e 3,0 microMolar, mentre altri tre composti, ovvero Crisina, Quercetina e Apigenina, hanno mostrato un’attività discreta, seppur meno intensa, con valori di ID rispettivamente di 25,0, 40 e 25 microMolar. È interessante notare che un distinto effetto antiproliferativo potrebbe essere suggerito anche per Kaempferol, Luteolin e Apigenina. Effetti anticlonali cooperativi potrebbero essere suggeriti per composizioni binarie e ternarie composte da Kaepferol, Galangin e Luteolin, una volta combinate a concentrazioni comprese tra 2 e 8 microMolar. A queste concentrazioni, i singoli componenti e la tripla combinazione hanno indotto una distinta modulazione del ciclo cellulare associata a un marcato ripristino dei livelli di p53 e p21Cip1/Waf1, coerente con l’interruzione dell’interazione E6/E6AP, la cui attività continua è necessaria sia per l’induzione che per il mantenimento del fenotipo neoplastico indotto dal virus.