I tumori che colpiscono le ghiandole salivari, pur essendo relativamente rari, rappresentano una sfida diagnostica e terapeutica complessa. Tra questi, il tumore ghiandola sottomandibolare richiede un’attenzione particolare a causa della sua anatomia e della potenziale aggressività.
Riconoscere i sintomi precocemente e affidarsi a un trattamento specialistico è fondamentale per la prognosi. Questo articolo offre una panoramica essenziale su come identificare e trattare questa specifica neoplasia salivare.
Anatomia e funzioni
Le ghiandole sottomandibolari sono le seconde ghiandole salivari maggiori per dimensione, situate sotto l’angolo della mandibola, nel pavimento della bocca. La loro funzione primaria è la produzione di saliva, un fluido cruciale per la digestione, l’idratazione orale e la protezione dei denti.
Sebbene i tumori salivari siano più frequenti nella ghiandola parotide, le neoplasie che si sviluppano nella ghiandola sottomandibolare hanno una maggiore probabilità di essere maligne. Il tipo di tumore benigno più comune è l’adenoma pleomorfo, ma anche in questa sede, il rischio di trasformazione maligna nel tempo è una preoccupazione che impone l’asportazione chirurgica. La vicinanza della ghiandola a strutture nervose importanti, come il nervo facciale e il nervo linguale, rende la chirurgia ghiandola sottomandibolare una procedura delicata e complessa.
Sintomi e diagnosi
La presentazione clinica di un tumore ghiandola sottomandibolare è spesso subdola. Il sintomo più comune è la comparsa di una massa o di un nodulo palpabile nella regione sottomandibolare, sotto il bordo della mandibola. Questa massa è generalmente:
- indolore, i tumori benigni, come l’adenoma pleomorfo, crescono lentamente e non causano dolore nelle fasi iniziali;
- fissa o poco mobile, soprattutto se si tratta di una neoplasia salivare maligna che tende a infiltrare i tessuti circostanti.
Segnali d’allarme che possono indicare una natura maligna includono:
- crescita rapida del nodulo;
- dolore persistente o intorpidimento (parestesia) nella lingua o nel labbro inferiore, causato dal coinvolgimento dei nervi adiacenti (nervo linguale o nervo facciale marginale);
- difficoltà nella deglutizione o apertura della bocca.
La diagnosi inizia con un esame obiettivo e una palpazione accurata da parte di uno specialista. Gli esami diagnostici cruciali sono:
- ecografia, per determinare la dimensione, la posizione e la consistenza della massa;
- Risonanza Magnetica (RM) o Tomografia Computerizzata (TC), forniscono immagini dettagliate per valutare l’estensione del tumore ghiandola sottomandibolare e il suo rapporto con le strutture critiche;
- agoaspirato (FNA), l’esame cito-istologico eseguito su campioni prelevati con ago sottile è fondamentale per determinare la natura (benigna o maligna) della neoplasia salivare e pianificare il trattamento più appropriato.
Intervento chirurgico
Il trattamento di elezione per la maggior parte dei tumori della ghiandola sottomandibolare, compreso l’adenoma pleomorfo, è l’asportazione chirurgica completa della ghiandola (sottomandibulectomia). L’obiettivo è duplice: rimuovere radicalmente la neoplasia salivare e preservare le strutture nervose vitali che attraversano la regione.
L’intervento viene eseguito in anestesia generale, attraverso un’incisione sotto la mandibola, solitamente seguendo una piega cutanea per minimizzare l’impatto estetico della cicatrice. Il chirurgo specializzato deve procedere con estrema cautela per identificare e proteggere il nervo facciale marginale (che controlla i muscoli del labbro inferiore) e il nervo linguale.
In caso di tumore ghiandola sottomandibolare maligno, l’intervento può essere esteso all’asportazione dei linfonodi cervicali (svuotamento laterocervicale), in quanto esiste un rischio maggiore di diffusione metastatica. La corretta esecuzione di questa chirurgia, in un’area anatomica ricca di vasi sanguigni e nervi, è cruciale per prevenire complicanze come la paralisi transitoria o permanente del labbro inferiore.
Puoi visualizzare un caso clinico di un paziente del Dott. Becelli riguardo un intervento di Adenoma Pleomorfo della parotide cliccando sul link.
Recupero e prognosi
Dopo l’intervento, il paziente è generalmente ricoverato per una notte o due. Il recupero richiede riposo e la cura della ferita chirurgica. La ripresa delle attività normali avviene solitamente entro 2-3 settimane. Possono verificarsi gonfiore ed ecchimosi temporanei.
La prognosi dipende strettamente dalla natura del tumore:
- per il tumore ghiandola sottomandibolare benigno, come l’adenoma pleomorfo, l’asportazione chirurgica completa è risolutiva, con un eccellente tasso di guarigione e un basso rischio di recidiva;
- per le forme maligne, la prognosi è legata al tipo istologico, allo stadio del tumore e all’eventuale diffusione linfonodale. In questi casi, il trattamento chirurgico può essere seguito da radioterapia post-operatoria.
È fondamentale un rigoroso follow-up post-chirurgico con lo specialista per monitorare il sito chirurgico e intervenire tempestivamente in caso di qualsiasi anomalia.