Chirurgia ortognatica: risolvere le malocclusioni e migliorare l’estetica

intervento di chirurgia ortognatica riuscito

Il sorriso è uno degli elementi centrali della nostra estetica, ma la corretta occlusione dentale è fondamentale soprattutto per la funzionalità masticatoria e respiratoria.

Quando alterazioni scheletriche coinvolgono la mascella e la mandibola, la soluzione più efficace è la chirurgia ortognatica. Questo tipo di intervento, altamente specialistico, non si limita a riallineare i denti, ma trasforma l’armonia del viso, correggendo difetti estetici e funzionali.

Scopriamo in dettaglio come questa procedura può cambiare la vita dei pazienti.

Cos’è la chirurgia ortognatica

La chirurgia ortognatica è un ramo della chirurgia maxillo-facciale dedicato alla correzione delle alterazioni dento-scheletriche, ovvero di quei problemi che coinvolgono contemporaneamente l’occlusione dentale (il modo in cui i denti superiori e inferiori si incontrano) e la struttura ossea del viso.

Per intervento mascella mandibola si intende, in sostanza, la correzione chirurgica dei mascellari – il mascellare superiore e la mandibola – per riposizionarli correttamente l’uno rispetto all’altro e rispetto alla base cranica. L’obiettivo primario è funzionale: garantire una corretta masticazione e fonazione.

Tuttavia, l’effetto secondario, ma altrettanto importante, è un significativo miglioramento dell’estetica del volto, correggendo dismorfismi facciali che possono influire sull’autostima del paziente.
In alcuni casi, la chirurgia ortognatica può essere associata a interventi di chirurgia malformativa Cranio-Maxillo-Mandibolare per correggere asimmetrie o deformità congenite, migliorando al contempo estetica e funzionalità.

La chirurgia ortognatica è una procedura complessa che richiede un’attenta pianificazione pre-operatoria da parte di un team multidisciplinare composto da chirurgo maxillo-facciale e ortodontista.

Malocclusioni trattabili

I problemi che beneficiano della chirurgia ortognatica sono più frequentemente le cosiddette malocclusioni di II e III classe dentoscheletrica.

  1. Sindrome progenica (III Classe). Caratterizzata da un mascellare superiore sottosviluppato (iposviluppo) o da una mandibola troppo grande e sporgente (ipersviluppo), o da una combinazione di entrambi. In questo caso, i denti inferiori tendono a posizionarsi in avanti rispetto a quelli superiori, creando un profilo concavo e un morso inverso.
  2. Sindrome prognatica (II Classe). Tipicamente dovuta a un mascellare superiore prominente (ipersviluppo) e/o a una mandibola poco sviluppata e retrusa (iposviluppo). Questo porta i denti superiori a sporgere eccessivamente rispetto a quelli inferiori, con un profilo spesso convesso.

La chirurgia ortognatica è l’unica soluzione in grado di correggere questi dismorfismi facciali quando la sola ortodonzia non è sufficiente a causa della componente scheletrica preponderante.
. Nei casi più complessi, può essere combinata con interventi di implantologia dentale per ripristinare elementi dentari mancanti e completare il risultato estetico e funzionale.

Benefici funzionali ed estetici

L’impatto di un intervento mascella mandibola è trasformativo. Dal punto di vista funzionale, i benefici includono:

  • il miglioramento della masticazione, ripristinando un’occlusione corretta, si ottimizza la funzione masticatoria e la digestione;
  • la risoluzione di problemi articolari, la correzione della posizione mandibolare può alleviare disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM);
  • il miglioramento della respirazione, in molti casi, specialmente in presenza di mandibola retrusa, la chirurgia libera le vie aeree superiori, risolvendo o alleviando russamento e apnee notturne.

A livello estetico, la chirurgia ortognatica dona armonia e proporzione al volto modificando, a volte in modo significativo, il profilo oltre che il rapporto tra le labbra, il mento e il naso.

La correzione dei dismorfismi facciali ha un impatto potentissimo sulla sfera psicologica e sociale del paziente.

Tempi e modalità dell’intervento

Tradizionalmente, il percorso di chirurgia ortognatica si articola in tre fasi.

  1. Ortodonzia prechirurgica. Si allineano i denti sulle rispettive basi ossee, preparando le arcate per l’incontro corretto durante l’intervento. Questa fase può durare da 12 a 18 mesi.
  2. Intervento mascella mandibola. Eseguito in anestesia generale, l’accesso chirurgico è interamente intraorale (dall’interno della bocca), garantendo l’assenza di cicatrici esterne visibili. Si procede con l’osteotomia (il taglio e il riposizionamento controllato degli segmenti ossei), che vengono poi fissati con placche e viti in titanio.
  3. Ortodonzia di finalizzazione. Una breve fase post-chirurgica (circa 6-9 mesi) per affinare l’occlusione.

Negli ultimi anni, in casi selezionati, si è diffuso l’approccio Surgery First, dove l’intervento chirurgico è il primo passo, seguito dall’ortodonzia, riducendo significativamente i tempi totali di trattamento e migliorando l’estetica più precocemente.

L’età ideale per l’intervento è dopo la fine dello sviluppo scheletrico.

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