Tumore benigno alla parotide: sintomi, rischi e cura

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I tumori delle ghiandole salivari rappresentano una piccola percentuale delle neoplasie testa-collo, ma quando colpiscono la ghiandola parotide, la più grande tra quelle salivari, si tratta nella maggior parte dei casi di lesioni benigne.

Riconoscerli per tempo, comprenderne i sintomi e sapere quando intervenire è fondamentale per evitare complicazioni.

In questo articolo approfondiamo le caratteristiche del tumore benigno della parotide, dai segnali iniziali alle tecniche di diagnosi, fino al trattamento chirurgico e al follow-up consigliato.

Cos’è il tumore benigno della parotide

Il tumore benigno della parotide è una neoplasia non cancerosa che si sviluppa nella più grande delle ghiandole salivari maggiori, situata davanti e sotto l’orecchio. La parotide, insieme alle ghiandole sottomandibolari e sottolinguali, svolge un ruolo cruciale nella produzione di saliva, indispensabile per la digestione, la lubrificazione orale e la difesa dalle infezioni.

I tumori benigni delle ghiandole salivari, e in particolare della parotide, rappresentano circa l’80% delle neoplasie salivari. Tra questi, il più comune è l’adenoma pleomorfo, seguito dal tumore di Warthin, entrambi trattabili con chirurgia delle ghiandole salivari.

Queste lesioni, pur essendo benigne, non vanno trascurate: la loro crescita, seppur lenta, può causare disagi locali, rischio di recidive o, in rari casi, evoluzione maligna.

Questi tumori derivano da cellule epiteliali o mioepiteliali e si presentano in genere come noduli mobili, indolore e a crescita progressiva.

Sebbene la loro presenza non rappresenti una minaccia immediata per la vita, una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato sono fondamentali per evitare complicanze e garantire una guarigione completa.

Sintomi e diagnosi

Nelle fasi iniziali, il tumore benigno della parotide è spesso asintomatico. Il primo segno visibile è solitamente la comparsa di un nodulo nella regione parotidea, che può essere notato dal paziente o rilevato dal medico durante una visita. Questo nodulo è in genere mobile alla palpazione, non dolente e può rimanere invariato per mesi o anni.

Tuttavia, in alcuni casi, si possono manifestare gonfiore persistente, fastidio locale, sensazione di pressione o, più raramente, dolore irradiato verso l’orecchio.

Quando il tumore è di dimensioni maggiori o si trova in posizioni particolari, può comprimere il nervo facciale, provocando alterazioni della mimica facciale come debolezza o paralisi temporanea di una parte del volto.

La diagnosi di un tumore delle ghiandole salivari prevede diversi passaggi. L’ecografia è spesso il primo esame strumentale eseguito, utile per valutare la forma e la consistenza della lesione. A questa possono seguire la risonanza magnetica (RMN) o la tomografia computerizzata (TC), che offrono un’immagine più dettagliata e aiutano a stabilire le dimensioni e l’eventuale coinvolgimento di strutture vicine.

Fondamentale per distinguere tra lesione benigna e maligna è la citologia con agoaspirato (FNAC), un esame minimamente invasivo che permette di analizzare le cellule tumorali prima dell’intervento.

Questo approccio diagnostico consente una pianificazione chirurgica più accurata.

Trattamento chirurgico

L’unico trattamento efficace per il tumore benigno della parotide è l’intervento chirurgico, che prende il nome di parotidectomia.

A seconda della posizione e delle dimensioni della massa, si può eseguire una parotidectomia superficiale (quando il tumore è localizzato nel lobo superficiale della ghiandola) oppure una parotidectomia totale, se il tumore coinvolge anche la parte profonda.

Durante l’intervento alla parotide per tumore, è essenziale prestare la massima attenzione al nervo facciale, che attraversa la ghiandola e controlla i movimenti muscolari del volto. La sua preservazione è prioritaria per evitare danni funzionali permanenti.

L’obiettivo della chirurgia è l’asportazione completa del tumore, senza danneggiare i tessuti circostanti. Una rimozione incompleta, infatti, aumenta notevolmente il rischio di recidiva.

Prognosi e follow-up

La prognosi del tumore benigno della parotide è generalmente ottima.

Quando l’asportazione è radicale e il nervo facciale viene preservato, la ripresa è rapida e la qualità della vita del paziente non viene compromessa. Tuttavia, è importante sottolineare che alcune forme benigne, come l’adenoma pleomorfo, se non trattate, possono evolvere in forme maligne come il carcinoma ex pleomorfo.

Per questo motivo, anche dopo l’intervento, è fondamentale mantenere un follow-up clinico e radiologico regolare.

I controlli periodici consentono di individuare precocemente eventuali recidive o insorgenze di nuove lesioni, soprattutto nei pazienti con fattori di rischio come il fumo o la familiarità per patologie salivari.

In conclusione, il tumore benigno della parotide, sebbene non maligno, richiede un approccio clinico serio e attento, dalla diagnosi precoce al trattamento chirurgico, fino al monitoraggio nel tempo.

Solo così è possibile garantire al paziente una guarigione completa e duratura, senza complicanze.