
L’adenoma pleomorfo è il tumore benigno della parotide più frequente, spesso sottovalutato a causa della sua crescita lenta e della natura non dolorosa.
Ignorare questa patologia può comportare rischi importanti per la salute del paziente: in questo articolo approfondiamo le caratteristiche dell’adenoma pleomorfo, le modalità di diagnosi, le sue possibili evoluzioni e l’importanza di un intervento tempestivo.
Cos’è l’adenoma pleomorfo
L’adenoma pleomorfo è un tumore benigno delle ghiandole salivari che rappresenta circa il 60-70% di tutti i tumori parotidei.
Il termine “pleomorfo” indica la varietà di cellule presenti al suo interno: epiteliali e mesenchimali – tra cui mixoidi, cartilaginee e fibrose. Questa composizione eterogenea conferisce al tumore una struttura complessa e irregolare.
Ha origine dalle cellule mioepiteliali e cresce lentamente, spesso in modo asintomatico per anni. Si presenta generalmente come un nodulo solido, mobile e indolore situato nella regione parotidea.
Proprio per la sua natura silente, può passare inosservato a lungo, ritardando la diagnosi e aumentando il rischio di complicanze.
Come viene diagnosticato
La diagnosi dell’adenoma pleomorfo inizia con un’attenta valutazione clinica. Il medico, durante l’esame obiettivo, palpa la zona interessata per rilevare la presenza del nodulo.
A supporto, vengono eseguite indagini strumentali come ecografia, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RMN), che permettono di definire le caratteristiche morfologiche del tumore, la sua posizione precisa e l’eventuale coinvolgimento dei tessuti circostanti.
Un ulteriore passo fondamentale nella diagnosi è l’agoaspirato (FNAC), che consente l’analisi citologica del tessuto e aiuta a confermare la natura benigna del tumore.
L’unione tra imaging e citologia è cruciale per pianificare in modo accurato l’intervento chirurgico.
Perché è importante intervenire
Sebbene si tratti di un tumore benigno della parotide, l’adenoma pleomorfo non deve essere sottovalutato. La sua evoluzione può comportare complicazioni anche gravi.
Rischio di recidiva
Uno dei principali rischi è una recidiva, soprattutto in caso di asportazione incompleta o di rottura della capsula che lo riveste durante l’intervento chirurgico.
Le recidive sono spesso più difficili da trattare, poiché il tumore tende ad aderire ai tessuti circostanti, rendendo più complesso un secondo intervento.
Possibile trasformazione maligna
Anche se rara, un’altra possibile evoluzione dell’adenoma pleomorfo è la trasformazione in carcinoma ex adenoma pleomorfo (CAEP).
Questo tipo di tumore maligno presenta un comportamento molto più aggressivo e una prognosi decisamente peggiore rispetto alla variante benigna.
Secondo gli studi, tale trasformazione avviene in circa il 10% dei casi non trattati o trattati in modo inadeguato.
Trattamento e follow-up post-operatorio
Il trattamento di prima scelta per l’adenoma pleomorfo è l’intervento chirurgico, solitamente una parotidectomia parziale o, nei casi più estesi, totale.
Consiste nell’asportazione della parte della ghiandola parotide in cui è localizzato il tumore: durante l’intervento, è fondamentale preservare il nervo facciale che attraversa la parotide, per evitare danni funzionali permanenti. Allo stesso tempo, è essenziale evitare la rottura della capsula tumorale, per ridurre al minimo il rischio di recidiva.
Il follow-up post-operatorio prevede controlli clinici regolari e indagini strumentali, al fine di monitorare l’area operata e individuare tempestivamente eventuali recidive.
La frequenza dei controlli dipende dalle caratteristiche del tumore rimosso e dall’esito dell’intervento chirurgico.
In conclusione, l’adenoma pleomorfo è un tumore benigno ma insidioso. Un approccio tempestivo, una diagnosi accurata e un trattamento chirurgico eseguito da mani esperte sono fondamentali per evitare complicanze e garantire una buona qualità di vita al paziente.
Nonostante la sua apparente innocuità, trascurarlo può esporre a recidive e a trasformazioni maligne, motivo per cui è essenziale non rimandare l’intervento e seguire scrupolosamente il programma di controlli post-operatori.